Un famoso detto dice: “L’abito non fa il monaco“. Ma non possiamo dire lo stesso quando parliamo dei nostri amici a quattro zampe, perché il nostro cane è esattamente ciò che mangia e la sua salute fisica e mentale dipende anche da questo.
Lady prima di iniziare la dieta casalinga: malessere e apatia
Come ho già raccontato in un altro articolo, Lady ha una malattia cronica intestinale che le infiamma specialmente l’intestino tenue.
Appena l’ho adottata, non sapendolo, le davo da mangiare i croccantini di note marche commerciali. Non occorre che io faccia nomi: sono quelle pubblicizzate in tv e spesso anche dagli stessi allevatori e veterinari. Nei primi due anni ho cambiato varie marche e prodotti, senza ottenere risultati soddisfacenti: Lady stava spesso male e soprattutto si “stufava” facilmente di quello che mangiava. In alcune occasioni, pur di non consumare i croccantini è rimasta a digiuno anche 24 ore.
Cercavo di acquistare un tipo di crocchetta “abbastanza costoso“, pensando che questo potesse essere indice di qualità del prodotto. Ma mi sbagliavo.
Dovete sapere che le crocchette si dividono, essenzialmente, in due tipi, come mi ha spiegato Silvia Marini, naturopata ed esperta di alimentazione nel cane e nel gatto:
- estruse, cioè cotte ad alte temperature. Questo tipo di preparazione comporta una forte perdita dei nutrienti;
- pressate a freddo, molto più interessanti dal punto di vista nutrizionale, perché la cottura a basse temperature preserva meglio i componenti essenziali.
All’epoca non conoscevo questa differenziazione e mi limitavo a fidarmi del veterinario o del commesso di turno, pensando che fossero più preparati di me.
Come stava Lady quando mangiava le crocchette estruse?
Alternava periodi di apparente benessere a momenti di forte riacutizzazione dei suoi problemi di salute, con la comparsa di sintomi importanti come vomito e diarrea. Questo comportava anche continue variazioni di peso. Inoltre, Lady risultava essere molto “pigra”, spesso non voleva correre e giocare, atteggiamento insolito per un cane adolescente.
A un certo punto, dopo una fortissima riacutizzazione della sua infiammazione intestinale, che la portava a vomitare anche 6 volte in un solo giorno, ho pensato di aver trovato la soluzione dando a Lady del cibo con proteine idrolizzate, consigliato dal veterinario dell’epoca dopo la scoperta di alcune allergie alimentari. In questo tipo di alimentazione, le proteine a cui il cane è normalmente allergico vengono “scomposte” in molecole più piccole, così che non vengano più riconosciute come sostanze “dannose”.
In un primo momento, diarrea e vomito sono magicamente scomparsi e Lady ha iniziato a riprendere peso. Fino a quando i kg sono saliti a 23 ed è apparsa subito più appesantita e affaticata. Ma per i veterinari sembrava essere l’unica soluzione ai nostri problemi.
Il Covid-19 e la presa di coscienza: la ciotola fa il cane
Quello della pandemia non è stato un momento felice per nessuno. Alla paura di contrarre il virus o di vedere stare male un parente o amico si è aggiunto il timore che il mio cane potesse “morire di fame”. Durante quel periodo, trovare quei croccantini idrolizzati che mangiava Lady sembrava essere un’impresa titanica. Fino a quando la mancanza totale delle materie prime necessarie per la preparazione dell’alimento ha costretto la casa produttrice a ritirare momentaneamente quei croccantini dal commercio.
E ora cosa faccio?
In preda al panico, mi sono consultata con il veterinario che ha seguito Lady nelle prime fasi della malattia: mi ha quindi consigliato un altro alimento della stessa marca del precedente, ma sostanzialmente diverso da quello che Lady mangiava in precedenza. Leggendo l’etichetta mi sono resa conto che non conteneva proteine idrolizzate, era ricco di cereali e il primo ingrediente era proprio di questa categoria. Avevamo già evidenziato una certa sensibilità di Lady a questi alimenti: ho quindi richiamato il veterinario, facendogli notare che questo prodotto non fosse adatto al mio cane. Lui stizzito mi ha risposto:
I cani delicati di pancia lo tollerano solitamente bene.
Come se tutti i cani fossero uguali. Ho capito quindi che avrei dovuto trovare una soluzione altrove e questa volta definitiva. Ho quindi cercato un veterinario nutrizionista nella mia città.
Il nostro percorso con il veterinario specializzato in nutrizione
Il professionista che abbiamo scelto ha eseguito una visita e delle analisi del sangue e delle feci per capire chi aveva di fronte, poi ha preparato un piano di alimentazione per Lady con ingredienti e quantità personalizzate. C’è da dire che la nutrizione non è una scienza esatta e che prima di trovare la dieta perfetta abbiamo dovuto fare degli “esperimenti” per capire quali alimenti venivano davvero tollerati da Lady.
Se si decide di modificare la dieta, il passaggio deve essere graduale. Non esiste una regola universale: alcuni cani si adattano in pochi giorni, altri richiedono settimane. Il criterio migliore per capire se la transizione sta andando bene è osservare le reazioni dell’organismo: se compaiono sintomi come diarrea o vomito, significa che il cambiamento è stato troppo brusco e va rallentato. In questi casi, conviene tornare a una fase intermedia, mantenendo una quantità prevalente del vecchio alimento e introducendo poco alla volta il nuovo, sempre in piccole dosi. Un principio importante: aggiungere un solo nuovo ingrediente per volta. In questo modo, se dovessero comparire problemi, sarà più facile individuare la causa precisa e correggere rapidamente l’alimentazione.
Silvia Marini
Così abbiamo fatto anche noi, abbiamo introdotto prima una proteina, poi un carboidrato, poi delle verdure, e infine oli e integratori per dare a Lady il giusto supporto. Si è trattato di un percorso di circa due mesi, al termine di cui Lady aveva la sua dieta casalinga cotta.
Lady dopo aver iniziato una dieta casalinga: cosa è cambiato?
Dopo aver fissato il suo piano alimentare, ho notato i primi cambiamenti già dopo poche settimane: il mio cane aveva più energia, anche perché ha perso velocemente quei kg di troppo che la appesantivano. Inoltre mangiava con molto appetito: probabilmente reputava la sua nuova pappa molto più gustosa della precedente. Da quel giorno il momento in cui si mangia è diventato entusiasmante per lei, sicuramente uno dei suoi preferiti della giornata, come è giusto che sia.
Con il tempo anche i sintomi della sua malattia sono regrediti del tutto e anche le ricadute sono diventate molto meno frequenti. Grazie alla dieta, all’assunzione di integratori e a visite e analisi periodiche quindi siamo riusciti finora a tenere sotto controllo la sua malattia intestinale cronica.
E tu, cosa dai da mangiare al tuo cane? Abbraccia il cambiamento
Intraprendere questo percorso ha decisamente avuto un’influenza molto positiva sulla vita di Lady e quindi questo mi ha portato a essere una fan dell’alimentazione naturale.
Se vuoi intraprendere anche tu questo percorso di cambiamento, il mio consiglio è quello di affidarti a figure professionali che ti guideranno passo dopo passo in questo passaggio. La scelta di un piano alimentare è complessa e per questo è assolutamente sconsigliato il fai da te. Per selezionare la dieta giusta bisogna considerare molti fattori: lo stato di salute, l’età del cane, lo stile di vita, i suoi gusti ma anche le abitudini del padrone. Ne abbiamo parlato meglio con l’esperta Silvia Marini.
Qual è il miglior cibo che posso dare al mio cane?
“Senza dubbio, l’alimentazione ideale è quella più naturale possibile, proprio come per noi esseri umani. Negli anni, però, ci siamo abituati a pensare, complice anche la comunicazione delle grandi aziende mangimistiche, che il cibo secco e pronto sia la scelta più equilibrata e ‘giusta’ per i nostri cani. Per comodità e per mancanza di tempo, finiamo spesso per riempire la ciotola senza pesarne le quantità… E da lì, col tempo, iniziano a comparire i primi problemi.
Detto questo, io vedo l’alimentazione del cane come una vera e propria scala alimentare. Al primo posto c’è la BARF o comunque il cibo crudo. Consiglio di offrire al nostro animale da compagnia tutto ciò che può essere dato crudo in questa forma, indipendentemente dal tipo di dieta che si segue. Il motivo è semplice: un alimento crudo non subisce modifiche molecolari né alterazioni dei suoi componenti naturali. Se poi è anche biologico, ancora meglio: il cane assimila tutti i nutrienti in modo completo, e questo riduce sensibilmente il rischio di malattie.
Subito dopo viene la dieta casalinga, che deve sempre essere impostata da un esperto in nutrizione animale o veterinario nutrizionista in caso di patologie molto importanti, perché va bilanciata con precisione. In questo caso i cibi vengono cotti leggermente, subendo solo minime variazioni nella loro struttura, ma restano comunque naturali, freschi e molto salutari per il cane.
Il terzo gradino lo occupa un buon cibo umido industriale: ideale se cotto a basse temperature, come a bagnomaria, senza contatto diretto con il fuoco. In questo modo mantiene intatti gran parte dei nutrienti, senza conservanti né additivi, risultando un alimento completo e bilanciato.
All’ultimo posto, ma non da escludere del tutto, ci sono le crocchette. In questo caso è fondamentale leggere con attenzione l’etichetta: devono essere bilanciate e avere la carne come primo ingrediente“.
Quando si parla di dieta casalinga, si potrebbe pensare che un cane possa mangiare le stesse nostre cose. In cosa si differenzia sostanzialmente la dieta di un cane, rispetto a quella umana? Ci sono dei cibi “umani” che possiamo dare ai nostri amici a 4 zampe? Quali? E quali proprio no?
“La differenza principale tra l’alimentazione umana e quella canina sta nelle quantità e nella composizione della razione giornaliera, che deve essere adattata in base al peso, all’età, al livello di attività e allo stato di salute del cane. In realtà, con la giusta organizzazione, potremmo anche preparare lo stesso pasto per noi e per il nostro cane. Anzi, in molti casi può letteralmente mangiare insieme a noi. Il prerequisito è sempre che il nostro animale domestico tolleri bene questi alimenti. Ti faccio un esempio: possiamo cucinare un piatto unico con carne di tacchino, quinoa e zucchine, condito con un filo di olio extravergine d’oliva e un pizzico di sale. E qui apro una parentesi importante: il sale non è un nemico, se usato con moderazione. Al contrario, in quantità equilibrate, può fornire sali minerali utili, soprattutto nei periodi caldi, quando il cane tende a perderne di più, proprio come accade a noi. Un piccolo apporto di sodio, ad esempio, contribuisce al corretto funzionamento della muscolatura e alla contrazione muscolare. Pensiamo a un cane anziano che fa fatica a camminare: usare il sale invece che integratori super costosi potrà aiutarlo a muoversi meglio.
Ovviamente, ci sono alimenti assolutamente vietati, come il cioccolato, che per loro è tossico anche in piccole dosi. Ma questo non significa che non si possano condividere momenti golosi: ad esempio, una merenda a base di yogurt greco o banana va benissimo anche per i cani”.
Esistono dei casi in cui la dieta barf o casalinga non sono indicate?
“Il cibo fresco, se scelto con criterio, è quasi sempre la soluzione migliore. Tuttavia, non è una scelta obbligatoria in senso assoluto, dipende molto dal singolo cane e da come reagisce al tipo di alimentazione che gli proponiamo. La natura, certo, ha le sue regole, ma non possiamo ignorare la realtà di ogni soggetto. Ci sono, ad esempio, cani che per anni hanno mangiato solo cibo industriale e che, una volta anziani, non riescono più a digerire correttamente alimenti naturali, perché i loro enzimi digestivi non funzionano più a dovere. In casi come questi, purtroppo, un ritorno a un’alimentazione completamente naturale può risultare impossibile. Mi è capitato di incontrare situazioni del genere: cani per i quali l’unica cosa che si può fare è mantenere lo stato attuale, cercando di tamponare i problemi e preservare il più possibile il loro equilibrio, anche con un cibo industriale, se è quello che riescono a tollerare.
Ed è proprio per questo che la prevenzione è fondamentale. Bisogna occuparsi dell’alimentazione quando il cane sta bene, non quando è troppo tardi. Solo così possiamo davvero salvaguardare la sua salute nel lungo periodo“.
Nel momento in cui ci è impossibile optare per una dieta barf o una casalinga, in che modo possiamo scegliere in commercio del cibo di qualità per i nostri cani?
“Anche qui ci sarebbe davvero tanto da dire. Quando scelgo per i miei clienti un alimento pronto, il mio criterio principale è che sia il più naturale e biologico possibile. Questo significa andare oltre l’etichetta e capire da dove provengono le materie prime, cioè la carne, le verdure, i nutrienti contenuti in quel prodotto. È quindi importante conoscere o informarsi sull’azienda che lo produce e sulla filiera produttiva: come vengono allevati gli animali e quali metodi di lavorazione vengono usati? La qualità di un alimento non dipende solo dal tipo di dieta (cruda, cotta o industriale), ma dalla provenienza e dalla purezza degli ingredienti.
Può sembrare un passaggio complesso, ma è necessario: altrimenti si rischia di dare al cane un cibo in realtà nocivo o povero di nutrienti reali, anche se dalla pubblicità sembra magro e bilanciato. Spesso accade con le crocchette estruse di bassa qualità: vengono cotte ad altissime temperature, che ne alterano completamente la struttura molecolare. A quel punto il cibo non è più quello di partenza, ma una miscela trasformata e impoverita.
In realtà anche un alimento naturale o casalingo, se preparato con ingredienti di scarsa qualità, può diventare problematico. Immagina una carne proveniente da allevamenti intensivi: quell’animale ha accumulato stress, antibiotici, tossine. Tutto questo si riflette nella carne stessa, che poi finisce nella ciotola del nostro cane.
Se non è possibile seguire un regime naturale, una buona soluzione di compromesso può essere una dieta mista: un cibo pronto, di cui conosci l’origine e la lavorazione, integrato ogni giorno con piccoli alimenti freschi e naturali, come frutta, verdure o snack salutari. Anche questo può fare una grande differenza nel benessere del cane“.
Esistono crocchette di qualità o sempre meglio preferire cibo industriale ma umido?
“Il cibo umido è preferibile ma sì: esistono crocchette di buona qualità, bisogna però saperle riconoscere. La regola base è sempre la stessa: leggere con attenzione l’etichetta. In linea generale, un cibo secco di discreta qualità dovrebbe contenere almeno il 26% di proteine nobili, circa il 15% di lipidi e almeno il 6% di fibre. Sono valori approssimativi, perché le percentuali precise variano da cane a cane.
Parliamo comunque di valori minimi, quindi non ancora di un prodotto ‘eccellente’, ma già di una base accettabile. Personalmente, preferisco i cibi pressati a freddo. Sono prodotti di nicchia, è vero, ma vengono cotti a basse temperature, e questo permette di preservare molto meglio i nutrienti rispetto alle crocchette estruse, che subiscono forti trasformazioni a causa delle alte temperature.
Tuttavia, è importante non farsi ingannare dall’etichetta “pressato a freddo”: non è sinonimo automatico di qualità. Anche in questo caso bisogna informarsi sull’azienda produttrice e leggere con attenzione gli ingredienti, per capire se si tratta davvero di un prodotto sano e bilanciato“.
Oltre agli innegabili vantaggi legati alla salute, quando ho iniziato a curare maggiormente l’alimentazione di Lady ho notato subito dei cambiamenti nel suo comportamento. In che modo l’alimentazione influenza questo aspetto?
“L’alimentazione influisce profondamente sul comportamento del cane, molto più di quanto si pensi.
Quando un cane è appagato dal punto di vista nutrizionale, questo equilibrio si riflette anche nel suo modo di essere: è vitale, sereno ed energico. Al contrario, una carenza di nutrienti fondamentali può manifestarsi con atteggiamenti opposti: apatia, svogliatezza oppure, in alcuni casi, eccessiva agitazione e nervosismo. Tutto questo nasce da un’alimentazione non bilanciata, che non risponde ai reali bisogni del suo organismo. Succede spesso con i cibi secchi di bassa qualità, dove la presenza di carne vera è minima e prevalgono scarti o derivati. Il cane, in questi casi, non si sente mai davvero sazio, perché il suo corpo non riceve ciò di cui ha bisogno. È un po’ come se noi mangiassimo per mesi solo pasta, senza mai introdurre proteine di qualità: all’inizio ci sentiremmo pieni, ma nel tempo il corpo andrebbe in tilt, iniziando a “pescare” i nutrienti mancanti dagli organi interni. Da lì nascerebbero squilibri che si riflettono non solo sulla salute fisica, ma anche sul comportamento. Perché, ricordiamolo, mente e corpo nel cane sono strettamente connessi, proprio come in noi. Quando si altera uno, inevitabilmente ne risente anche l’altro.
Quindi, se vediamo un cane svogliato, nervoso o “pigro”, non dobbiamo limitarci a interpretarlo secondo la nostra logica umana. Dovremmo piuttosto chiederci cosa sta mangiando e come vive il momento del pasto. Perché anche quello ha un valore profondo per lui: il pasto è un momento sacro, di calma e connessione. Alcuni cani, per esempio, preferiscono mangiare in presenza del proprio umano o degli altri animali del branco, perché si sentono più tranquilli. Altri invece hanno bisogno di un piccolo rituale: magari sanno che dopo la passeggiata o il gioco arriva il momento del cibo, e questo li rassicura. In sostanza, nutrizione e comportamento vanno sempre osservati insieme: solo così possiamo davvero capire come sta il nostro cane“.
