Prima di andare all’asilo o a scuola, sapevi leggere e scrivere? Probabilmente la risposta è no. A meno che tu non abbia qualche dote soprannaturale, hai avuto bisogno che qualcuno ti insegnasse a farlo. Comunicare con il cane di famiglia, di fatto, è come imparare una nuova lingua e non sempre basta l’istinto per instaurare una relazione sana tra te e lui.

Lo stesso vale per me, che nelle prime settimane con il mio cane, Lady, mi sono sentita più volte totalmente inadeguata. Le sue difficoltà di ambientazione e la mia incapacità nel gestire la situazione mi hanno spinto verso una nuova consapevolezza:

Ho bisogno di aiuto!

E così è arrivato a casa il nostro primo educatore cinofilo, ma non l’ultimo.

Cos’è l’educazione cinofila e di cosa si occupa un educatore? 🤔

L’educazione cinofila è un percorso intrapreso da uno o più umani e il suo/loro amico a 4 zampe per imparare a conoscere meglio il linguaggio del cane, capire e accettare le sue qualità, risolvere dei problemi comportamentali (qualora ce ne fossero), instaurare un legame profondo tra le parti, basato sulla consapevolezza. L’educatore cinofilo è la figura che accompagnerà l’umano e il cane durante questo cammino di conoscenza. Per diventarlo è necessario seguire dei corsi di formazione riconosciuti.

Come scegliere l’educatore cinofilo adatto a te e il tuo cane?

Nel mondo della cinofilia esistono almeno 3 principali approcci per educare il cane. Eccoli riportati:

  • metodo coercitivo. Questo è il primo approccio a essere stato usato per educare un cane nella storia, basato sull’utilizzo di punizioni, strattonate e strumenti come il collare a strozzo o anti-abbaio per “correggere” il suo comportamento. Considerava essenzialmente il cane come un essere “inferiore” che andava, perciò, assoggettato. Ormai questo metodo è ampiamente superato e nessun educatore serio usa la violenza per relazionarsi con un cane.
  • metodo gentile o positivo. L’educatore non pretendere di correggere il cane con la forza, ma di “premiare” i comportamenti corretti attraverso cibo, gioco o coccole. Il cane si sente quindi motivato a imparare e ripetere queste azioni per ricevere la sua ricompensa. L’unico scopo, però, resta insegnare al cane a fare qualcosa.
  • metodo cognitivo-comportamentale. In pratica è l’evoluzione dell’approccio gentile, perché considera il cane come un essere senziente, che possiede delle caratteristiche peculiari ed è in grado di provare emozioni. Il percorso di educazione mira quindi a comprendere e, se necessario, modificare i comportamenti e i processi mentali sottostanti. Imparando a pensare come il cane riusciamo a creare una relazione unica.

Il primo educatore a essere entrato nelle nostre vite usava il metodo gentile. Lady, sotto la sua guida, ha appreso in pochissimo tempo tutti i principali comandi: seduta, terra, zampa, resta. Cosa accadeva però quando non avevo con me dei biscottini? Lady faceva quello che voleva. Una volta, mentre passeggiavamo al parco, le si è intrecciato il guinzaglio alla zampetta mentre conosceva un cane. Stava a casa nostra già da qualche mese e immaginavo che mi volesse già un minimo bene. Mi sono dunque detta:

Potrò lasciare il guinzaglio qualche secondo, il tempo di liberarle la zampa. Cosa vuoi che accada!

Con il senno di poi posso ammettere di aver fatto un grosso errore di valutazione: Lady nell’esatto secondo in cui ho mollato il guinzaglio per terra mi ha guardata e poi ha iniziato a correre per tutto il parco alla velocità della luce. Inutile gridare il suo nome o il comando “resta. Ci sono volute 4 persone e diversi minuti per recuperarla. Io ero spaventatissima: mi tremavano voce e mani. L’ho sgridata con un secco “Non si fa” e non l’ho più sciolta per mesi. Temevo che non fosse sufficientemente affezionata a me e fosse scappata per questo. Ma anche questo era sbagliato.

Perché Lady ha avuto quella reazione?

A distanza di anni penso che lei mi abbia voluto manifestare una sua esigenza: quella della libertà. Lady è un cane da caccia, e in quanto tale ha bisogno di esplorare il mondo e di movimento, talvolta anche libera e in ampi spazi. I primi tempi, anche su consiglio dell’educatore, non la scioglievo mai, neanche in area cani. Non conoscevo le lunghine (guinzagli lunghi diversi metri, anche 5, 10 o 20), che permettono al cane di sperimentare la libertà ma in sicurezza. Quando quindi Lady ha visto che lasciavo il guinzaglio, la sua eccitazione è arrivata alle stelle e l’ha sfogata con quella enorme corsa. Non era però probabilmente pronta a farlo in totale libertà e nemmeno io. Effettivamente non si era spostata dall’area del parco dove eravamo, e non era nemmeno andata verso l’uscita, non voleva scappare realmente. Semplicemente non si faceva riprendere perché non voleva “tornare al guinzaglio”. Io invece non avevo saputo leggere i suoi comportamenti in modo corretto e farla tornare da me.

Cosa accade quando trovi l’educatore giusto?

Dopo quell’episodio, è sembrato chiaro che quel ragazzo non fosse l’educatore adatto a noi. Così nelle nostre vite è arrivata Alessandra. Questa persona ha cambiato il mio modo di pensare e mi ha fatta appassionare al mondo della cinofilia.

Ricordo ancora la nostra prima lezione con Lady: in un parco che non eravamo soliti frequentare per non avere condizionamenti, molto grande, con altri cani, ma dove ogni gruppo aveva i suoi spazi. Ci ha fatto sostituire il guinzaglio con la lunghina e piano piano mi ha insegnato a sconfiggere l’ansia, a leggere le situazioni e a fidarmi del mio cane, a pensare come lei, a capire le sue reali esigenze. Alessandra mi ha trasmesso una grande verità:

Gli educatori cinofili educano più gli umani dei cani. I cani sanno già quasi tutto.

Quanto dura un percorso di educazione?

Non credo esista una risposta univoca: ci sono cammini che durano meno, altri di più. Quello che ho capito è che anche quando finisce il percorso con l’educatore bisogna continuare a lavorare su stessi.

Quello con Alessandra è durato pochi mesi in realtà (complice anche la pandemia del 2020-2021). Mi è servito ad acquisire molta più sicurezza, ma è stato oggettivamente interrotto da me e mio marito troppo presto. A volte i padroni di cani pensano che basti condividere la vita con un 4 zampe per essere professori in etologia.

Immediatamente ho iniziato a sciogliere Lady in area cani, ma frequentavo sempre la stessa e Lady era abituata a relazionarsi sempre allo stesso tipo di situazioni. Solo in presenza dell’educatrice, invece, mi sentivo sicura di lasciarla totalmente libera con la lunghina a terra in posti diversi da quelli soliti.

Un giorno, durante una delle nostre lezioni, ci ha proposto un gioco:

Facciamo il nascondino. Voi vi nascondete, io tengo Lady legata e poi la libero e vediamo se vi cerca.

Lo scopo era quello di mostrarci che Lady era pronta a stare senza guinzaglio anche in posti diversi rispetto alla solita area cani. Con un pochino di paura, ho accettato la sfida. Io e mio marito ci siamo nascosti in un sentiero del parco. Con grande sorpresa, Lady ci ha cercato e ci è corsa incontro.

Lady è pronta. Quando cammina ed è distante da voi vi cerca, si ferma e cerca il vostro sguardo. Se si dovesse allontanare un pochino di più, sa come trovarvi. Lei sa quello che deve fare, adesso tocca a voi.

Dite che dopo questo esperimento mi sono fidata di Lady? Mi dispiace deludervi, ma il lieto fine è arrivato dopo qualche mese e qualche episodio davvero spiacevole.

Sbagliando si impara, ma alcuni errori costano cari

Da quel momento ho iniziato a sciogliere Lady da sola, con la lunghina a terra, in parchi molto grandi, come quello di Tor Marancia. Chi è di Roma, sa di cosa parlo: il parco di Tor Mararancia occupa ben 200 ettari ed è ben isolato dalla strada. Quando sei al suo interno, non ti sembra nemmeno di essere nella città più grande d’Italia, ma in una campagna incontaminata, con fauna selvatica e greggi di pecore. Cercavamo di riservarci almeno un momento a settimana per fare qualcosa di diverso.

Nella vita quotidiana, però, passavo molto tempo nell’area cani. In pratica, la passeggiata si era ridotta solo a quello. Io avevo i miei amici e Lady i suoi. Pensavo che fosse giusto portare Lady al parco e lasciarla libera di relazionarsi con i suoi simili, più che farla camminare per strada. Avevo sottovalutato i bisogni del mio cane, pensando di fare il suo meglio. Sicuramente passare momenti in libertà è fondamentale per il benessere del cane, ma bisogna farlo nei modi, tempi e luoghi giusti. Per capire quando è davvero sicuro liberare il proprio amico a 4 zampe è necessario conoscere la sua natura.

Passare molto tempo in area cani aveva messo in evidenza un tratto del carattere di Lady, la possessività, cioè l’inclinazione a difendere un oggetto o un’area come propria. Tutti i cani hanno questo tratto, fa parte della specie, ma in alcuni esemplari è nettamente più marcato che in altri. La frequentazione giornaliera dell’area cani l’aveva portata erroneamente a pensare che quello fosse il suo “giardino“. Quando vedeva avvicinarsi al cancello un cane che non conosceva, insieme ai suoi “compagni” di area cani, si scagliava contro la recinzione per impedire l’ingresso al nuovo arrivato. Noi non abbiamo mai accettato passivamente questo atteggiamento, provavamo sempre a rimproverarla e allontanarla, ma lei continuava a reiterare questo comportamento. Non eravamo in grado di gestire la situazione. Alessandra continuava a dirci:

Ormai Lady ha un buon richiamo, non portatela solo in area cani. Variate i giri che fate.

Ma la pigrizia ha sempre preso il sopravvento, fino a quando un giorno è accaduto quello che auguro non capiti a nessun padrone: Lady è stata aggredita da un altro cane.

Io non ero presente al momento dell’aggressione e non conosco quindi tutti i dettagli, quello che racconto è ciò che mi è stato raccontato da mio marito e i miei amici. Mattia stava parlando con altri proprietari a un’estremità del parco e Lady stava vicino agli altri cani, quando a un certo punto si è avvicinato un signore sui 50 anni con un cane simil-pitbull che voleva entrare in area cani. Non era un frequentatore assiduo del parco. Lady e il suo amico cane (Max) si sono scagliati, quindi, verso la recinzione per impedire l’ingresso, ma mentre Max si è fermato subito appena ha capito che la cagnolina fosse una femmina, Lady ha continuato. I due cani hanno quindi iniziato ad abbaiarsi e ringhiarsi ripetutamente. Mattia si è dunque avvicinato alla rete e ha sondato la situazione.

Guarda, è una femmina, ma è buona. Non ci saranno problemi se entro.

Con un po’ di scetticismo ha chiamato Lady e si è diretto verso l’altro lato del parco. L’altro proprietario però è entrato subito e il suo cane ha raggiunto Lady. I due cani si sono annusati, Lady poi si è girata per andare verso Mattia, ma l’altro cane l’ha aggredita alle spalle. Sì è trattato di un’aggressione molto violenta, il cui scopo era ferire l’altro. Non tutte le “aggressioni” tra cani hanno necessariamente un epilogo infausto, spesso servono solo per ristabilire gli equilibri: tanto fumo e niente arrosto insomma. Ma questo caso era diverso: nonostante Lady cercasse disperatamente di scappare, il cane l’ha morsa vicino all’inguine, per fortuna non arrivando a toccare la fascia muscolare. Dopo diversi secondi di puro panico, sono riusciti a separarle.

L’altro padrone ha legato il suo cane, ha chiesto se fosse tutto ok ed è sparito alla velocità della luce, senza lasciare i suoi dati personali. Inizialmente la ferita di Lady sembrava una sciocchezza, ma camminando è diventata grande e ha iniziato a perdere molto sangue. Quando sono tornata a casa, Mattia era ancora sotto shock. Abbiamo portato di corsa Lady in clinica: ha vinto almeno una decina di punti tra interni ed esterni e due settimane di antibiotico. Ma il peggio non è stato questo: Lady ha perso la fiducia negli altri cani.

I primi tempi, ovunque fosse, libera in area cani o al guinzaglio, non ha permesso ai suoi simili di avvicinarsi a lei. Mostrava la sua avversione con forte aggressività. Non si comportava così con tutti i cani, ma solo con quelli che potevano costituire nella sua testa un pericolo: esemplari medio-grandi e sconosciuti. L’essere di colore nero, quindi simile al cane che l’aveva aggredita, era sicuramente un “aggravante” del problema.

Come potete immaginare, quello della passeggiata, che per eccellenza dovrebbe essere un momento di relax per il cane (sempre che venga gestito correttamente), era diventato un vero incubo. Avevo paura che potesse fare male a qualche cane, o farsi male nuovamente. Lei aveva una forte paura che non sapeva più gestire. E allora che ho dovuto prendere in mano la situazione e cambiare come umana e padrona, questa volta per davvero.

Come ho lavorato sull’aggressività di Lady

La prima cosa che ho fatto è stata quella di chiamare Alessandra e confrontarmi con lei al telefono. Non ho potuto fare di meglio: era il periodo dei lockdown periodici su base regionale; i casi di Covid-19 erano aumenti nel Lazio ed esistevano delle restrizioni.

Le ho raccontato la dinamica dell’incidente e come questo aveva influenzato la nostre vite. Durante la nostra chiacchierata, abbiamo evidenziato che l’aggressività di Lady aumentava in area cani. Alessandra quindi mi ha consigliato di evitare quel luogo per un po’ di tempo e preferire un altro genere di percorsi. Era importante far in modo che Lady non ripetesse quello schema sbagliato. Quando ero in giro con lei dovevo concentrarmi su di lei, osservare i segnali che lanciava prima che potesse reagire. Dovevo farle capire che non era sola e che poteva fidarsi di me. E poi mi ha svelato un’altra grande verità:

Sicuramente seguire questi consigli e lavorare con costanza migliorerà la situazione, ma Lady potrebbe non tornare più come prima. Ha subito un trauma e come accade per noi umani, i traumi possono e devono essere gestiti ma non si cancellano.

Quindi dici che non tornerà mai più a giocare con gli altri cani?

Non possiamo dirlo con certezza. Ma comunque, non tutti i cani devono stare necessariamente con gli altri cani ed essere giocherelloni. D’ora in poi potresti avere un cane che preferisce stare per i fatti suoi. E va bene così. L’obiettivo è farle recuperare fiducia e sicurezza in se stessa. Sarà tosta ma andrà meglio.

Da allieva a educatrice: l’inizio del mio cammino di formazione

Da quel giorno è iniziato un lavoro costante. Ha funzionato? Sì. Lady è tornata quella di prima? No, ma mi sta bene così.

Ogni giorno la portavo in un posto diverso. La facevo socializzare solo con cani selezionati. Leggevo libri e articoli di giornale, guardavo documentari, seguivo profili di educatori sui social. Sperimentavo tecniche degli esperti per capire quali si potessero adattare a noi e alla nostra situazione. Durante la mia disperata ricerca di una soluzione, sono incappata nella lettura del libro ‘Dritto al cuore del tuo cane‘ di Angelo Vaira e nella visione di una docu-serie ‘Non esistono cani cattivi‘, disponibile su Disney Plus. Mi hanno aiutato molto a vedere il problema con gli occhi del mio cane e nel trovare un metodo che ci ha permesso di gestire il suo trauma nel modo più efficiente. Le passeggiate sono tornate a essere il nostro momento della giornata preferito, attimi di pura serenità per Lady, ma anche per me.

E così è stato chiaro: l’educazione cinofila non era più solo una necessità ma una passione. Mi sono sempre detta che prima o poi mi sarebbe piaciuto seguire qualche corso, ma mi mancava il coraggio di ricominciare tutto nuovamente e di lasciare il mio lavoro nel campo dell’informazione e comunicazione che comunque amo profondamente. Dopo anni di incertezze, ho deciso di buttarmi in questa nuova avventura: è nato il mio progetto Baubaustories e tra pochi giorni inizierò a frequentare il corso per educatori cinofili della Thinkdog edizione 2025-2026.

Cosa mi aspetto dal corso per educatori cinofili?

Da questa nuova esperienza spero di acquisire maggiore sicurezza specie quando Lady si rapporta con gli altri cani. Mi entusiasma però limare le mie competenze nella lettura del linguaggio canino e lavorare anche con altri cani oltre che con il mio. Mi auguro un giorno di poter aiutare delle famiglie a scegliere il loro compagno di vita in modo consapevole e a costruire il loro rapporto su basi sane. Desidero anche lavorare con i cani in canile, affinché trovino una casa piena di amore, perché non esistono cani cattivi, ma solo cani incompresi.

Baubaustories è tutto questo: un posto di crescita e di confronto. Ѐ nato per raccontare la mia vita insieme a Lady, ma presto ospiterà anche altre storie, le vostre.

Informazioni sull'autore

Ciao, mi chiamo Marina, sono una giornalista con la passione per i cani. Da poco tempo ho deciso di cambiare vita e lavoro. Sto studiando per diventare educatrice cinofila e insegnare alle persone come comunicare in modo corretto con il proprio amico a quattro zampe.

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